Mangiare in modo sano, seguire un’alimentazione a base prevalentemente vegetale, fare esercizio fisico e avere livelli adeguati di Vitamina D riducono fortemente il rischio di contrarre il COVID-19.  La nostra salute è nelle nostre mani.

I contagi da COVID-19 stanno di nuovo aumentando in tutto il mondo, siamo tornati tutti a seguire i bollettini giornalieri e oramai quasi tutti abbiamo avuto un parente o un amico che è risultato positivo o che purtroppo si è ammalato. Le nostre preoccupazioni aumentano e per questo ho pensato di scrivere oggi questo post perché oltre che indossare le mascherine, lavarci spesso le mani e adottare il distanziamento sociale, possiamo fare molto di più contro questo virus e cioè occuparci seriamente della nostra alimentazione.

Vi è sicuramente capitato di sentire – o lo avete vissuto voi stessi- che all’interno di una stessa famiglia il contagio rimane ristretto ad uno solo dei componenti. Il papà, ad esempio, è positivo al COVID-19 o purtroppo ammalato, ma i tamponi danno esito negativo per la moglie e per i figli.  Vi sarete chiesti perché…

La risposta sta nel fatto che ognuno di noi ha una risorsa importante e diversa: il proprio sistema immunitario. Il sistema immunitario è un sistema biologico meraviglioso e complesso che “da solo” spesso è in grado di difenderci dall’attacco di virus e batteri.

La sua forza contro i virus e i batteri dipende sia da quella che gli immunologici chiamano l’immunità innata (una specie di tesoretto di cellule e molecole combattenti che abbiamo pronto fin dalla nascita) e dall’immunità adattativa (quelle “armi” che riusciamo a produrre quando il nostro organismo entra a contatto con nuovo virus o un nuovo batterio).  Quest’ultima è rafforzata dal nostro stato di salute e dal livello dei nutrienti “giusti” che abbiamo nel nostro organismo.  

Un editoriale molto interessante, uscito nel mese di settembre sul The New England Journal of Medicine, ha raccontato che negli Stati Uniti il numero degli afroamericani e dei nativi-americani che vengono ricoverati per COVID-19 è cinque volte superiore a quello dei bianchi e che in alcune città e in alcuni stati come a Chicago o nel Michigan, il tasso di mortalità della popolazione nera è più del doppio rispetto a quella bianca. E non è una questione di età, ci spiegano i ricercatori. Questa differenza nella sensibilità all’attacco del COVID-19 tra questi gruppi di popolazione è dovuta al tasso maggiore di sovrappeso e di obesità della popolazione degli afroamericani e dei nativi-americani rispetto ai bianchi-caucasici ed al fatto che purtroppo hanno, per condizioni sociali diverse, una dieta molto povera dal punto di vita nutrizionale e molto ricca di grassi e zuccheri.

Più recentemente un articolo, pubblicato dal direttore della prestigiosa rivista The Lancet, ha definito questa epidemia una sindemia: la malattia colpisce e uccide quasi sempre persone svantaggiate, con redditi bassi, affette da malattie croniche o malnutrite.

Che cosa possiamo fare allora per essere più resistenti al COVID-19?

Gli studi ci suggeriscono di seguire prima di tutto un’alimentazione anti-infiammatoria: ogni pasto della nostra giornata alimentare- a partire dalla prima colazione- deve prevedere per almeno per 3/4 alimenti di origine vegetale soprattutto frutta e verdura. Mangiare più alimenti di origine vegetale riduce, infatti, fortemente la low grade chronic inflammation, lo stato di infiammazione cronica latente, di cui non ci accorgiamo, ma che se presente nel nostro organismo, ci porta ad avere maggior rischio di ammalarci di tumore, di malattie cardiovascolari,neurodegenerative e che rende anche più sensibili all’attacco dei virus.

È questa infiammazione cronica latente che rende i soggetti obesi più facilmente attaccabili dal COVID-19 e che scatena in loro la così detta “tempesta di citochine”, una reazione del sistema immunitario abnorme che poi  determina condizioni severe della patologia da COVID-19. Pensate che gli studi hanno anche dimostrato come il tessuto adiposo in eccesso nutra in qualche modo il virus, favorendone la sua replicazione.

Altri studi ben fatti ci suggeriscono di stare attenti anche ad alcuni specifici nutrienti, importanti per rafforzare l’attività del nostro sistema immunitario. Tra i più importanti, ora vi spiego perché, la Vitamina D.  

I dati raccolti dalle ricerche più recenti riportano che la maggior parte dei pazienti ricoverati per COVID-19 o che hanno avuto sintomi forti della malattia, hanno livelli bassi o molto bassi di questa vitamina.

Inoltre, nelle terapie per il COVID-19 spesso viene somministrata, perché studi di meta-analisi hanno dimostrato che sia molto efficace nel trattamento delle patologie del tratto respiratorio e ottimi risultati sono stati ottenuti anche contro il Coronavirus. La vitamina D, infatti, oltre a contribuire alla fissazione del calcio nelle ossa, stimola la maturazione delle cellule del sistema immunitario. 

Il problema è che spesso ne siamo carenti perché è presente solo in alcuni alimenti e in non in elevate quantità. Le fonti principali di Vitamina D sono: il pesce (ad esempio: salmone, aringhe, spigole, alici, sgombro), uova, latte formaggi, e anche alcune varietà come i chiodini e gli shitake).  

Con l’alimentazione, anche se siamo molto attenti, non riusciamo generalmente a coprire il suo fabbisogno giornaliero che è di 15 microgrammi, ma il nostro organismo per fortuna è in grado di sintetizzarla attraverso l’esposizione ai raggi solari nelle ore centrali della giornata (12-15). 

Ora però è autunno e presto arriverà l’inverno e a causa del COVID-19 siamo tutti di più in casa…

 Il mio suggerimento è quindi quello di chiedere al vostro medico di fiducia di prescrivervi il dosaggio di questa vitamina (basta un semplice prelievo ematico) e nel caso foste carenti, lui stesso vi suggerirà il supplemento più adatto e le quantità da assumere. No al fai da te perché quantità eccessive di Vitamina D sono pericolose e non è valida l’equazione: se ne prendo di più sarò più forte contro il Coronavirus. 

Last but not least (alla fine ma non meno importante) l’esercizio fisico. Purtroppo, non abbiamo ancora dati sulla correlazione tra sedentarietà e sensibilità al COVID-19, ma sappiamo bene che l’attività fisica stimola la produzione di endorfine, neurotrasmettitori che ci fanno sentire meglio e aumenta le potenzialità del nostro sistema immunitario.  

Le nostre attività in questo periodo sono per la maggior parte di noi sedentarie, lo smartworking oramai ci inchioda a casa davanti al computer e quindi l’esercizio fisico quotidiano ci aiuterà sicuramente anche a non ingrassare. 

Però di quest’altra faccenda ne parliamo un’altra volta.

Stefania Ruggeri